Il decreto intercettazioni è legge

Di Marilisa De Nigris -

Il 29 febbraio la Camera ha approvato in via definitiva il decreto sulle intercettazioni, che diventa legge.

Attenzione è stata posta soprattutto sulle norme che riguardano l’uso del trojan, il captatore informatico che viene inserito nei cellulari e negli altri dispositivi mobili.

Tra le modifiche introdotte al testo varato dal Consiglio dei Ministri a dicembre, il rinvio di altri due mesi dell’entrata in vigore della riforma, che sarà operativa dal primo maggio.

Il decreto ha modificato la riforma Orlando del 2017, esclude infatti che il giornalista possa essere incriminato per violazione di segreto d’ufficio per le intercettazioni che pubblica.

Le principali novità riguardano il PM e le intercettazioni; l’uso del Trojan e l’utilizzo delle intercettazioni:

– PM e intercettazioni: spetterà al pubblico ministero, non più alla polizia giudiziaria, valutare i colloqui rilevanti per le indagini e quelli che invece non devono essere trascritti; vigilare che nei verbali non vengano riportate espressioni che ledono la reputazione delle persone oggetto di indagine o i suoi dati personali (“salvo che si tratti di intercettazioni rilevanti ai fini delle indagini”). Invariato rispetto alla riforma del 2017 è quanto disposto in merito alla trasmissione dei verbali e delle registrazioni trasmessi immediatamente al pm, che li depositerà entro 5 giorni. I difensori potranno esaminare gli atti e ascoltare le registrazioni.

 Uso del Trojan: sarà possibile avvalersi dello strumento di captazione informatica e dunque ammissibile inserire maleware nei cellulari trojan per i reati contro la pubblica amministrazione commessi dai pubblici ufficiali e per gli incaricati di pubblico servizio, punibili con la reclusione che supera i 5 anni. Le conversazioni potranno essere captate anche nei luoghi di dimora privata, come già previsto dalla legge Spazza-corrotti entrata in vigore nel gennaio 2019 per i pubblici ufficiali, previa indicazione delle ragioni che ne giustificano l’utilizzo.

– Utilizzo delle intercettazioni: gli esiti delle intercettazioni possono essere usati in procedimenti diversi da quelli in cui sono stati disposti, purchè caratterizzati dalla indispensabilità e rilevanza per l’accertamento dei reati per i quali è previsto l’arresto in flagranza e per i reati di particolare gravità indicati tassativamente, come mafia e terrorismo.

Le conversazioni captate e ritenute non rilevanti non entreranno nel fascicolo, resteranno segrete, custodite in un archivio digitale dove confluirà tutto il materiale.

Restano, poi, in vigore le regole attuali, che la riforma Orlando aveva modificato.

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