Il sistema anticorruzione in Italia: una lenta ma progressiva evoluzione

Di Francesca Fiecconi -

The corruption phenomenon in Italy has changed in recent decades: the disappearance of the traditional major parties has led to the pulverisation of the moments in which the corrupt phenomenon manifests itself and the counter-performance for the corrupt has taken on varied forms, quite different from the usual sum of money. The Italian Legislator, in the last decade, has placed professional ethics at the heart of the administrative mission and has imposed on it a series of behaviours in order to ensure quality in the delivery of services and to account for its activity, both in terms of choice and in terms of public expenditure. The definition of corruption that is taken as a reference in this context, oriented towards a general and special preventive action against maladministration, has a broad and unitary meaning. In this sense, expressions such as “political bribery” or “administrative bribery” are more useful in specifying the sphere in which the phenomenon occurs than in identifying a different kind of corruption. In order to be effective, the prevention of corruption must consist of wide-ranging measures that reduce the risk of public officials adopting acts of a corrupt nature (in the proper sense) within administrations. They therefore consist of both measures of an organisational, objective nature and measures of a behavioural and subjective nature. In a sector, such as the administrative one, where privacy, transparency, and anti-corruption are values that must be continually confronted in order to find a ‘reasonable accommodation’, the invitation to the addressees of the regulations that touch on these aspects to undertake, in compliance, a holistic methodological approach, similar to the standards laid down by risk management systems, is increasingly evident.

Il fenomeno corruttivo in Italia è cambiato nelle ultime decadi: il venir meno dei grandi partiti tradizionali ha comportato la polverizzazione dei momenti in cui il fenomeno corruttivo si manifesta e la controprestazione per il corrotto ha assunto forme variegate, ben diverse dalla consueta somma di denaro. Il legislatore italiano, in questa ultima decade, ha posto l’etica professionale al centro della missione amministrativa e ha imposto alla stessa una serie di comportamenti al fine di garantire qualità nell’erogazione dei servizi e dar conto della propria attività, sia in termini di scelta che in termini di spesa pubblica. La nozione di corruzione che viene presa a riferimento in tale contesto, orientato a un’azione general e specialpreventiva delle condotte di maladministration, ha un’accezione ampia e unitaria. In questo senso espressioni come “corruzione politica” o “corruzione amministrativa” valgono più a precisare l’ambito nel quale il fenomeno si verifica che non a individuare una diversa specie di corruzione. Per essere efficace, la prevenzione della corruzione deve consistere in misure di ampio spettro, che riducano, all’interno delle amministrazioni, il rischio che i pubblici funzionari adottino atti di natura corruttiva (in senso proprio). Esse, pertanto, si sostanziano tanto in misure di carattere organizzativo, oggettivo, quanto in misure di carattere comportamentale e soggettivo. In un settore, quale quello amministrativo, ove privacy, trasparenza, anticorruzione sono valori che debbono confrontarsi di continuo per trovare un “ragionevole accomodamento”, sempre più evidente è l’invito ai destinatari della normativa che tocca tali aspetti a intraprendere, nella compliance, un approccio metodologico di tipo olistico, analogo agli standard previsti dai sistemi di gestione del rischio.