La corruzione “liquida”. La mafia contemporanea, silente e mercatista, non è meno pericolosa di quella violenta, soprattutto in tempi di crisi

Di Giovanni Tartaglia Polcini -

The sentence emanated by the Supreme Court of Cassation regarding the “capital mafia” case, has highlighted a continuous jurisprudential contrast concerning the applicability or absence of the crime referred to in Article 416 c.p. on the new criminal organizations. These ones distinguish themselves from the violent, intimidating mafias of thirty years ago, and the inevitable impelling necessity of an intervention of the United Sections, or alternatively, of a re-writing of the case, since, perhaps, the ontological distance between the conduct hypothesized and calibrated to the violent mafias of the first generation by the Law 646 of 1982, and the contemporary criminal organizations cannot be filled through interpretative and “qualifying” means. The contribution shows that the silent and mercatorial mafias of today are even more dangerous because they are camouflaged and that it is illusory to think of facing them only on a repressive level without an adequate and capillary work of social pedagogy and a valid dissemination of values.
La sentenza della Corte di Cassazione sul caso “mafia capitale” ha evidenziato la persistenza di un contrasto giurisprudenziale in merito all’applicabilità o meno del delitto di cui all’art.416 bis c.p. alle nuove organizzazioni criminali, che si distinguono nettamente dalle mafie violente ed intimidatrici di trenta anni fa, e la conseguente impellente necessità di un intervento delle Sezioni Unite, o in alternativa, di una riscrittura della fattispecie, non potendosi forse colmare per via interpretativa e “qualificativa” la distanza ontologica tra la condotta ipotizzata e calibrata alle mafie violente di prima generazione dalla legge 646 del 1982 e le organizzazioni criminali contemporanee. Il contributo evidenzia che le mafie silenti e mercatorie di oggi sono ancor più pericolose poiché mimetizzate e che è illusorio pensare di fronteggiarle solo sul piano repressivo senza un’adeguata e capillare opera di pedagogia sociale e disseminazione valoriale.